Decreto Legge Sud conversione in legge – Valutazioni di dettaglio sulle principali misure

Il Senato ha approvato, in seconda lettura e con modificazioni, il DDL di conversione in legge del decreto-legge n. 124 (c.d. DL Sud), recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione. Il provvedimento incide su due capitoli di grande importanza. 

Il primo è quello relativo al Fondo Sviluppo e Coesione, di cui il DL modifica governance e obiettivi, mentre il secondo riguarda l’istituzione della cd. ZES Unica, che dal 1° gennaio 2024 sostituirà le 8 ZES attualmente esistenti. Il provvedimento punta, quindi, a sostenere e rilanciare l’economia del Mezzogiorno e, per questo, Confindustria ha espresso valutazione nel complesso positiva, evidenziando tuttavia al contempo alcuni elementi di potenziale criticità. 

Già in sede di audizione, infatti, Confindustria ha rilevato la necessità di intervenire con alcuni correttivi nel corso dell’esame parlamentare. In particolare, riguardo al primo capitolo di intervento, quello relativo al Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), Confindustria ha evidenziato sin da subito che, sebbene l’idea di un rafforzamento della regia nazionale sulle risorse e di un più esplicito legame delle risorse del FSC con i progetti del PNRR appaia condivisibile, al tempo stesso dovrà continuare ad essere garantito il collegamento con la programmazione comunitaria, anche in un’ottica di valorizzazione delle esigenze dei territori. Inoltre, è stata sottolineata l’importanza che il Fondo venga utilizzato come reale strumento di sostegno agli investimenti, al fine di consolidarne l’utilizzo come strumento di politica industriale. 

Sempre con riferimento al FSC, è stata segnalata poi la necessità di valorizzare il ruolo delle rappresentanze di impresa anche all’interno dei nuovi “Accordi per la Coesione”, i nuovi strumenti di attuazione del FSC, che sostituiranno i Piani Sviluppo e Coesione e nei quali era previsto il coinvolgimento del Partenariato, attraverso appositi Comitati di Sorveglianza. In particolare, le proposte emendative sostenute da Confindustria hanno riguardato: 

• la necessità di inserire, sin dalla definizione delle linee programmatiche del Fondo, il sostegno agli investimenti, al fine di valorizzarne l’utilizzo come strumento di politica industriale; 

• la proposta di ripristinare il collegamento tra Fondo Sviluppo e Coesione e programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei (SIE), affiancandolo a quello, previsto dal decreto-legge, col Piano Nazionale di  Ripresa e Resilienza (PNRR), al fine di garantire complementarietà tra le due programmazioni nella definizione degli interventi, sia a livello nazionale che regionale (proposta poi approvata in conversione); 

• la necessità di completare la disciplina degli Accordi per la Coesione con una previsione relativa alla governance, proponendo di inserire, sul modello di quanto previsto per il ciclo FSC 2014-2020, i Comitati di Sorveglianza, al fine di garantire lo sviluppo di un processo partecipativo tra istituzioni e partenariato economico e sociale in relazione all’attuazione degli Accordi.

Quanto al secondo capitolo del provvedimento, cioè alle Zone economiche speciali, il DL, come detto, istituisce la “ZES unica”, con l’obiettivo di estendere all’intero territorio meridionale l’attuale modello delle ZES. 

Al riguardo Confindustria, già in sede di Audizione, ha evidenziato che, in termini generali, l’idea di una ZES unica che ricomprenda l’intero Mezzogiorno è positiva, e che, al contempo, affinché possa funzionare in concreto, occorra valutare con attenzione alcuni temi. In particolare, è stata sottolineata l’esigenza di mantenere l’ancoraggio all’attuale strategia di politica industriale che connota le ZES, valorizzando al contempo le specificità dei territori. Inoltre, è stata evidenziata la necessità di garantire continuità agli strumenti di incentivazione e di semplificazione propri dell’attuale impostazione, nonché l’opportunità di prevedere un necessario coinvolgimento delle rappresentanze imprenditoriali nel nuovo modello di governance. Su questi profili, Confindustria ha sostenuto alcune delle proposte emendative. In particolare, Confindustria ha apprezzato la conferma del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali, peraltro nella misura massima consentita dalla nuova Carta degli Aiuti a finalità regionale 2022-2027, segnalando al contempo la necessità di intervenire con alcuni correttivi. Tra questi: 

• la previsione nel DL di una soglia minima degli investimenti agevolabili, pari a 200.000 euro, senza distinzioni legate alle dimensioni d’impresa. Sul punto, pur comprendendone la ratio generale, è stata proposta una riformulazione della misura al fine di garantirne una maggiore efficacia in funzione delle dimensioni di impresa, considerate, peraltro, le caratteristiche del tessuto produttivo cui l’incentivo è rivolto; 

• la necessità di chiarire espressamente l’applicazione dell’incentivo anche agli investimenti per l’acquisto di immobili non nuovi, superando una recente interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate, troppo restrittiva; 

• l’opportunità di prevedere l’applicazione del credito d’imposta in relazione alla quota di investimenti nei beni mobili e immobili effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, superando il limite previsto dal DL, secondo cui, il termine finale per gli investimenti sarebbe anticipato al 15 novembre 2024. 

Su questi punti la conversione non ha fatto però registrare passi in avanti rispetto alle criticità segnalate. 

Inoltre, Confindustria ha sostenuto la necessità, con riferimento al modello di governance della “ZES unica” e, in particolare, alla composizione della Cabina di regia, di precisare i termini del coinvolgimento degli attori sociali. La Cabina è l’organo di indirizzo, nel quale i portatori di interessi partecipano, su invito, in via del tutto eventuale. Al riguardo, è stato proposto un loro coinvolgimento stabile e non meramente eventuale. 

Tuttavia, i margini di intervento sul provvedimento, come preannunciato dal Governo, si sono confermati molto ristretti e i correttivi approvati non ne hanno modificato l’impianto. 

Infine, si segnala che, in tema di credito d’imposta ZES, il DDL Bilancio, attualmente all’esame del Senato, in prima lettura, modifica il provvedimento in esame, fissando il limite massimo di spesa per tale incentivo in 1,8 miliardi di euro per il 2024. Per la conferma di tale intervento, occorrerà attendere l’approvazione definitiva della legge di bilancio.